giovedì 10 gennaio 2019

La campagna di adesione al Partito del Sud riprende con il Tesseramento 2019


Con il Sud si riparte. La campagna di adesione al Partito del Sud riprende con il Tesseramento 2019

La campagna di adesione al Partito del Sud riprende con il Tesseramento 2019

La campagna di adesione al Partito del SUD riprende con il Tesseramento 2019 

L’obiettivo del Partito del Sud è quello della difesa e promozione della identità, delle istanze e degli interessi del Sud, non in contrapposizione al Nord ma in sinergia e volano per la crescita e sviluppo dell'intero Paese.

Noi del Partito del Sud
  • ci ispiriamo agli scritti e alle azioni di Antonio Gramsci, Guido Dorso e Gaetano Salvemini, come padri del pensiero meridionalista.
  • siamo sicuri che la rinascita del sud possa concretizzarsi attraverso una buona politica, laica, progressista e nel rispetto della Costituzione repubblicana.
  • siamo sicuri che la soluzione dei problemi del Sud italiano non risponda soltanto a un’esigenza di equità storica e di giustizia sociale, ma che rappresenti la soluzione ai problemi che affliggono l'Italia.
  • desideriamo creare le condizioni per la nascita di una nuova classe dirigente meridionale più idonea a rappresentare gli interessi legittimi e veri dei nostri territori
  • lavoriamo per creare una società basata su valori e principi di libertà, giustizia, eguaglianza, solidarietà e progresso
  • non vogliamo che il Meridione sia percepito ancora come zavorra nazionale
  • vogliamo un Mezzogiorno nuovo che ha voglia di proporre, che valorizzi le eccellenze del suo territorio, che sia esempio di legalità e di lotta al malaffare
  • vogliamo un Sud che desidera affermare con forza la propria dignità e giocare il ruolo che gli compete in ambito nazionale, europeo e internazionale.
A seguito dell'Unità d'Italia, il Sud si è avvitato in una spirale del sottosviluppo che è arrivata, con la sua onda lunga, fino ad oggi.

L'unità monetaria prima e lo spostamento del centro economico e decisionale nel nord del paese, hanno provocato (tra le altre cose) il progressivo deterioramento del tessuto economico e produttivo del sud.

Il Meridione si è trasformato in un “serbatoio di voti” per una classe politica dirigente inetta e corrotta e che è stata fedele a quel “patto” scellerato e non scritto su cui è stata edificata l’unità nazionale: il Nord produce e il Sud consuma.

Consapevoli di questo peccato originale che ha generato le storture nel sistema economico e sociale italiano, il Partito del Sud lavora per:
  • riposizionare il Meridione nello scenario nazionale ed europeo
  • portare avanti i progetti e le azioni necessarie perché finalmente si possano innescare processi di sviluppo durevoli, tali da arrestare il fenomeno migratorio che è il dramma del nostro territorio da oltre 150 anni
  • promuovere una riforma costituzionale che, preveda l’autonomia dei territori, nel rispetto della solidarietà, specificità territoriali, culturali e storiche
  • contrastare le mafie, le forze occulte criminali che si sono insediate nel tessuto socio-economico, impedendo il rilancio e la ripresa economica.


Le quote di adesione anche per quest'anno restano invariate:
  • 20 Euro per Soci Ordinari; 
  • 50 Euro per Soci Sostenitori
  • 10 Euro quota ridotta solo per Disoccupati, Studenti, Casalinghe e Pensionati; 
E' possibile aderire al partito con diverse modalità. 

On line, con pagamento della quota tramite paypal o bonifico bancario
Tesseramento tramite sezione o referente territoriale.
Per le adesioni tramite le nostre sezioni locali, la consegna della domanda di adesione ed il pagamento della quota può essere fatto rivolgendosi ai nostri presidi sul territorio (vedi "Contatti")

(vedi "Contatti")


Ricordiamo che per i già iscritti il rinnovo del tesseramento al Partito del Sud  si può effettuare entro  31 Marzo 2019 mentre per le nuove iscrizioni il termine è fissato a tutto il 30 Giugno 2019


lunedì 24 dicembre 2018

Cialdini via da Napoli




CIALDINI VIA DA NAPOLI...


Il massacratore Enrico Cialdini finisce nel mirino della Camera di Commercio di Napoli, che ha detto il suo “sì” alla rimozione del busto del luogotenente di Vittorio Emanuele II. Come riporta Il Mattino, la giunta della Camera di Commercio, sotto la presidenza di Ciro Fiola, avrebbe già un progetto per sostituire il busto: bandire un concorso per una statua in ricordo delle vittime dell’eccidio di Pontelandolfo che lo stesso Cialdini ordinò.
Cialdini, tra il 1860 e il 1861, fu uno dei conquistatori violenti delle Due Sicilie, ricordato soprattutto per l’azione devastante di Gaeta contro civili inermi. Nell’Archivio di Stato partenopeo sono conservati i documenti, con i quali in quei mesi di repressione, venne concessa la cittadinanza onoraria di Napoli a Cialdini, ma la stessa è stata revocata nell’aprile 2017 dall’amministrazione di Luigi de Magistris.

mercoledì 7 novembre 2018

Comunicato Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti



C O M U N I C A T O


Il PARTITO DEL SUD - MERIDIONALISTI PROGRESSISTI accoglie e dà la sua disponibilità all'appello del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, condividendone obiettivi, motivazioni ed idealità, confermando sostegno, rapporti e collaborazione già in essere dal 2011.
Saremo presenti il 1 Dicembre a Roma anche per dare il nostro contributo.

Il CDN del Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti



La coalizione di Luigi de Magistris: “Un fronte popolare vietato a fascisti e razzisti"


L’appello del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris per la costruzione di una nuova coalizione politica: “Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto facendolo dal basso. La prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni”.



Un appello pubblico, rivolto alla società civile, al mondo dei movimenti e delle associazioni: così il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris dà appuntamento a sabato 1 dicembre a Roma per il lancio di una nuova coalizione politica, che si propone di “aprire un campo più largo”, che sappia andare anche oltre le esperienze della vecchia sinistra. Ecco il testo integrale della lettera aperta:

È venuto il momento dell’unità delle forze che vogliono finalmente attuare in pieno la Costituzione e, quindi, è giunta l’ora della costruzione di un fronte popolare democratico. È il periodo storico giusto per realizzare un campo largo, senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte. È il luogo questo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti. Per il resto è vietato vietare. È un luogo includente e pieno di passione politica, ma non è nemmeno, però, il minestrone della politica. È un campo d’azione in cui si devono ritrovare e connettere quelli che in questi anni con i fatti non hanno tradito e non certo quelli che sono la causa della venuta di un periodo così buio della nostra Repubblica. Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto facendolo dal basso. Persone che ogni giorno sono in lotta per i diritti, che lottano per la difesa dei territori dalle distruzioni ambientali e dalle opere pubbliche dannose, che resistono contro le organizzazioni criminali e contro le mafie di Stato.

Organizzazioni di base, associazioni, comitati, movimenti, militanti politici, sindaci, amministratori, eletti dal popolo che provano ogni giorno, pagando anche sulla propria pelle il prezzo di ogni forma di violenza, da quella fisica a quella istituzionale, a rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione dell’uguaglianza e della giustizia. La prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni. Rivoluzione nel nostro Paese significa rottura del sistema ed affidabilità e capacità di governo. Questo serve ai lavoratori come ai disoccupati, agli studenti come agli imprenditori. Questo fa paura ai prenditori, alla casta, ai mafiosi. La rivoluzione si fa nelle piazze, nei comizi, nei social, ma poi è necessaria la funzione rivoluzionaria del diritto quando governi con competenza e coraggio. I rivoluzionari a chiacchiere e i traditori sono linfa per il sistema. Il diritto serve non solo e non tanto a sanzionare, ma ad attuare i primi diritti, quelli scritti nella Costituzione. Il diritto è necessario per realizzare l’acqua pubblica; il diritto serve per impedire gli sgomberi dei luoghi liberati e per dare dignità giuridica ai luoghi dell’autogoverno; il diritto non deve punire gli ultimi colpevoli di essere poveri, altrimenti è solo mera legalità ma non è giustizia, ma serve per dare diritti a chi diritti non ha. Il diritto insieme all’altra economia ha funzione servente per l’emancipazione dei popoli. Il diritto è il più potente strumento di trasformazione sociale se interpretato in maniera costituzionalmente orientata e se si connette con le masse popolari.

Si deve, quindi, costruire l’alternativa morale, sociale, giuridica, economica e politica. È alla nostra portata, prima che sia troppo tardi. È l’alternativa del nuovo umanesimo. Per un Paese coeso ed unito nella valorizzazione delle differenze e delle autonomie senza più discriminazioni territoriali. Per un’Italia che punta allo sviluppo della persona umana nel pieno rispetto della natura. Per un’Europa dei diritti e dei popoli, per fermare l’Europa dei fascismi, degli egoismi, delle mura e del filo spinato, per cambiare anche l’Europa delle oligarchie e delle tecnocrazie. Costruire un entusiasmante ed energico fronte popolare in cui solidarietà e fratellanza sono fattori indissolubili delle comunità, in cui per essere felici bisogna sconfiggere gli oppressori e non dare la caccia agli oppressi. In tanti luoghi si resiste e si realizzano laboratori in cui ci si oppone al sistema. Ma è venuto davvero il momento di metterci insieme. Napoli è, ad esempio, una grande roccaforte di resistenza e resilienza, dove ci siamo opposti al sistema costruendo un’alternativa dal basso, ma oggi avvertiamo l’esigenza di andare oltre i confini di una città senza confini e passare al contrattacco e, per farlo, dobbiamo unire le lotte. Per essere tutti più uniti e forti. Per organizzare una coalizione solida che ha le sue fondamenta nella difesa e nell’attuazione della Costituzione bisogna essere onesti, autonomi, liberi, coraggiosi, innamorati, visionari, un po’ folli tanto da voler combattere un sistema che ha impedito per 70 anni la piena attuazione della Costituzione.

Noi siamo imbattibili perché non abbiamo un prezzo e non siamo in vendita. L’alternativa è possibile, lo abbiamo dimostrato a Napoli, città tra le più difficili al mondo da governare e lo abbiamo fatto senza soldi attuando la rivoluzione culturale e del capitale umano che, oggi, produce anche economia e lavoro non controllate dal sistema politica/affari. La nostra alternativa è quella di vivere in una società senza insopportabili disuguaglianze, senza mafie e corruzioni dilaganti, dove prioritaria è la messa in sicurezza del nostro stupendo Paese e dei suoi abitanti non mettendoli gli uni contro gli altri e distruggendo le nostre terre, ma ripartendo dalla nostra potenza culturale e dalle nostre capacità di costruire un mondo migliore. Per la civiltà dell’amore contro le comunità dell’odio e del rancore. Con la volontà possiamo arrivare dove oggi sembra impossibile. Per costruire una coalizione pronta per ogni sfida per realizzare libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia vi aspettiamo il 1 dicembre a Roma, alle ore 10, al teatro Italia, alla via Bari. Da qui si parte uniti per un lungo viaggio per consolidare la resistenza e per organizzare il contrattacco. Uniti per i Diritti, per la Giustizia, per la Costituzione, per il Popolo.

Luigi de Magistris



lunedì 29 ottobre 2018

IL PARTITO DEL SUD ESCE DA POTERE AL POPOLO, MA RICHIAMA LA NECESSITA’ DI DAR VITA AD UN FRONTE COMUNE ALTERNATIVO, POPOLARE E DI SINISTRA


In linea con l’ultimo comunicato del 19 settembre 2018 il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud ha deciso all’unanimità l’immediata uscita, come Partito, dal percorso di Potere al Popolo, in quanto non vi sono più le condizioni minime per proseguire l’impegno politico diretto in quello che non è più un ampio fronte di forze ma, nei fatti, semplicemente un nuovo partito.


COMUNICATO STAMPA

In un quadro politico nazionale ormai sempre più deteriorato dall’offensiva delle forze conservatrici, neoliberiste e qualunquiste, ora addirittura al governo, ed in un contesto di crescente razzismo stimolato, quando non ricercato, a fini elettorali dalle stesse forze di governo, il nostro Partito ha da sempre lavorato per costruire e portare all'interno di un ampio un fronte comune progressista le proprie idee meridionaliste progressiste, a difesa di quella parte delle classi lavoratrici e delle popolazioni del Sud che vedono la Macroregione meridionale come la più povera d’Europa, con più di tre milioni di poveri.

A nostro avviso il fronte progressista può ripartire con slancio solo da Sud, soprattutto ora che le tante promesse fatte ai cittadini del Mezzogiorno in campagna elettorale dal M5s risultano disattese. Quanto sopra non certo in contrapposizione al Settentrione, ma anzi cercando di unire da Sud a Nord le lotte comuni degli sfruttati. Per questo abbiamo aderito dall’inizio al percorso di Potere al Popolo insieme a organizzazioni politiche, sociali, sindacali che con coerenza esprimono posizioni antiliberiste, anticapitaliste e antirazziste

In questo quadro generale un anno fa abbiamo dato, dalla prima ora, la nostra convinta adesione al percorso di PaP condividendone il Manifesto, in cui abbiamo rappresentato l’anima meridionalista progressista. Manifesto sulla cui base sono state ricevute le adesioni al progetto e in cui si parla espressamente di unire le lotte comuni e non certo di formare un nuovo partito. Purtroppo le cose non sono andate come da noi auspicato visto che con le vicende dello statuto alcune componenti hanno deciso di procedere celermente a dar il via, nei fatti, alla formazione di un nuovo partito.  

Pertanto in linea con l’ultimo comunicato del 19 settembre 2018 il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud ha deciso all’unanimità l’immediata uscita, come Partito, dal percorso di Potere al Popolo, in quanto non vi sono più le condizioni minime per proseguire l’impegno politico diretto in quello che non è più un ampio fronte di forze ma, nei fatti, semplicemente un nuovo partito. 

Il passo si è reso obbligatorio e non procrastinabile dopo che il nostro Partito aveva inutilmente richiesto, come altri, di votare gli emendamenti su un unico statuto, sottolineando la necessità di proseguire sulla strada tracciata dal manifesto costitutivo di Pap e come – con la proposta delle maggioranze qualificate – si poneva l’obiettivo di evitare contrapposizioni distruttive dentro Potere al Popolo, come oggi si è verificato.

Purtroppo invece si è andati al voto su due differenti proposte di statuto, in cui abbiamo rimarcato che solo nel secondo statuto, da noi sostenuto, erano presenti richiami al Manifesto iniziale, al meridionalismo e a problematiche nazionali attualissime che riguardavano il Sud. Inoltre l’aver vista rifiutata la pubblicazione sul sito del testo di presentazione allo "Statuto per tutte e tutti", creando così una evidente, antidemocratica e inaccettabile condizione di disparità tra i due statuti di fronte alle/gli aderenti, ci ha costretto a ritirare la proposta e non partecipare al voto.

Va inoltre rimarcato che alcune forze, schierate sulla proposta di Statuto 1, hanno da sempre avuto il monopolio assoluto della comunicazione, senza mai condividerla con gli altri, come pure è stato regolarmente e ripetutamente richiesto all'interno del Coordinamento Nazionale, anche da noi.

Il risultato è stata una scarso partecipazione al voto che non ha raggiunto nemmeno la metà degli aderenti.

A questo si aggiunga che le contrapposizioni nei post in rete tra "vecchi e giovani", tra "organizzazioni", viste come la fonte di tutti i mali, e "militanti senza partito", sono state argomenti di propaganda e di contrasto che, oltre a non apparire nuovi, non han fatto bene a nessuno. Il nostro non è stato il tentativo di arenarci su una questione formale, ma il frutto della convinzione che fretta, modalità sbrigative, omissioni, assenza di trasparenza e di rispetto per storie e persone, hanno segnato un passo falso indelebile, destinato a riproporre quelle stesse caratteristiche nella gestione dell’intero percorso, compromettendone il futuro; affermiamo questo convinti che l'idea e il bisogno che hanno portato a Pap siano ancora, e più che mai, vivi.

Continueremo pertanto a difendere la nostra posizione politica in difesa di un meridionalismo che riesca finalmente ad unire il Paese, da Sud a Nord, tramite l’applicazione puntuale della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con queste motivazioni ci rendiamo da subito disponibili a proseguire su di una proposta, proprietà di nessuno, ma di tutte/i coloro che si erano sentite/i rappresentate/i da un manifesto che diceva no alle egemonie, no ad un processo verticistico.

Sì pertanto all’unione delle forze, alla connessione delle vertenze, ad una politica che sia partecipazione attiva, rispetto, condivisione di percorsi differenti in un fronte comune plurale, che valorizzi ciò che unisce e non ciò che divide. Ci impegniamo a fare in modo che le parole del manifesto di PaP, quelle alle quali ci siamo inutilmente aggrappati nell’estremo tentativo di rimanere coese/i, possano avere vita e respiro, possano configurare una realtà praticabile per creare, insieme a quelle forze di sinistra alternativa che lo vorranno e che sentono l’urgenza di costruire un’alternativa credibile al Governo Lega-M5S, e agli altri poli oggi esistenti, compreso quello del cosiddetto centro-sinistra, una prospettiva comune sul piano europeo e nazionale. In questo rimarchiamo come la proposta nata dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, a cui ci lega un percorso di stima e condivisione iniziato già dal 2011 e che stiamo seguendo insieme ad altre forze di sinistra da giugno, nel corso di successivi incontri, potrebbe rappresentare una alternativa percorribile e credibile per dare una risposta alle necessità di territori e popolazione.

Consiglio Direttivo Nazionale Partito del Sud 29/10/2018

giovedì 25 ottobre 2018

TRA_MARE_E A_AMARE: INIZIATIVA CULTURALE PROVENZA-NAPOLI SULLA STRADA EUROPEA DEL MERIDIONALISMO PROGRESSISTA


Importante evento culturale, alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris, organizzato grazie alla competenza ed impegno di Antonio Luongo, Responsabile del Partito del Sud-Città di Napoli, ed Elena Coccia, dirigente del Partito di Rifondazione Comunista, Delegata Cultura e Sviluppo della Città Metropolitana di Napoli.

Il popolo Provenzale, rappresentato dal Vicepresidente del Dèpartement 13  Bruno Genzana, incontra il popolo Napoletano

Riparte da Napoli il percorso europeo del meridionalismo progressista, per creare contatti e sinergie fra i Sud d’Europa.


giovedì 18 ottobre 2018

" Dove, come, e perchè..." di Andrea Balìa



Dove, come e perché…

di Andrea Balìa


Il terreno dove muoversi è quello del meridionalismo progressista, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia. 
Ma insegnamento dei sopracitati uomini che non lo fecero abbandonando gli ideali di solidarietà, giustizia, equità sociale che distinguevano il loro percorso e storia politica. Ideali del resto connaturati nella tradizione, il pensiero, i costumi del popolo meridionale. Furono dei precursori, figli d’una sinistra evoluta che li ha dimenticati, e a tutt’oggi fa fatica a leggere e riproporre la questione meridionale, confondendo le giuste rivendicazioni meridionali con nostalgie e posizioni reazionarie d’un movimentismo un po’ cialtrone e non ben definito, più che altro ”suddista” e che si autodefinisce impropriamente ”meridionalista”.
Pochi ma altri maestri o figure quantomeno degne di note, a distanza di anni, hanno gridato le ragioni del Sud. Chi con analisi stringenti e crude come l’uomo di Siderno in Calabria, ovvero Nicola Zitara, o Gigi Di Fiore con i suoi libri di fedele ricostruzione storica, o come Antonio Ciano con le sue ricerche costanti negli archivi storici o gli approfondimenti di Valentino Romano e altri scrittori utili strumentalmente alla causa. 
Ma c’è bisogno di studiare, riflettere, proporre, analizzare e far politica sul serio, contribuire a costruire  un’alternativa politica di forze sane in contrapposizione al sovranismo delle destre riciclatesi in un linguaggio apparentemente nuovo ma tristemente antico nella sostanza. Basta con i tanti urlatori da strapazzo, con gente che, tra la buona e/o la cattiva fede, produce solo confusione fine a sé stessa, o con i ”nuovi” duri e puri indisponibili al confronto e stranamente dimentichi  della priorità della parola Sud nei loro discorsi e programmi e dell’esempio del civismo politico umano e solidale di alcuni sindaci, guarda caso proprio del Sud, come a Napoli e Riace.

Andrea Balìa