lunedì 24 dicembre 2018

Cialdini via da Napoli




CIALDINI VIA DA NAPOLI...


Il massacratore Enrico Cialdini finisce nel mirino della Camera di Commercio di Napoli, che ha detto il suo “sì” alla rimozione del busto del luogotenente di Vittorio Emanuele II. Come riporta Il Mattino, la giunta della Camera di Commercio, sotto la presidenza di Ciro Fiola, avrebbe già un progetto per sostituire il busto: bandire un concorso per una statua in ricordo delle vittime dell’eccidio di Pontelandolfo che lo stesso Cialdini ordinò.
Cialdini, tra il 1860 e il 1861, fu uno dei conquistatori violenti delle Due Sicilie, ricordato soprattutto per l’azione devastante di Gaeta contro civili inermi. Nell’Archivio di Stato partenopeo sono conservati i documenti, con i quali in quei mesi di repressione, venne concessa la cittadinanza onoraria di Napoli a Cialdini, ma la stessa è stata revocata nell’aprile 2017 dall’amministrazione di Luigi de Magistris.

mercoledì 7 novembre 2018

Comunicato Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti



C O M U N I C A T O


Il PARTITO DEL SUD - MERIDIONALISTI PROGRESSISTI accoglie e dà la sua disponibilità all'appello del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, condividendone obiettivi, motivazioni ed idealità, confermando sostegno, rapporti e collaborazione già in essere dal 2011.
Saremo presenti il 1 Dicembre a Roma anche per dare il nostro contributo.

Il CDN del Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti



La coalizione di Luigi de Magistris: “Un fronte popolare vietato a fascisti e razzisti"


L’appello del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris per la costruzione di una nuova coalizione politica: “Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto facendolo dal basso. La prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni”.



Un appello pubblico, rivolto alla società civile, al mondo dei movimenti e delle associazioni: così il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris dà appuntamento a sabato 1 dicembre a Roma per il lancio di una nuova coalizione politica, che si propone di “aprire un campo più largo”, che sappia andare anche oltre le esperienze della vecchia sinistra. Ecco il testo integrale della lettera aperta:

È venuto il momento dell’unità delle forze che vogliono finalmente attuare in pieno la Costituzione e, quindi, è giunta l’ora della costruzione di un fronte popolare democratico. È il periodo storico giusto per realizzare un campo largo, senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte. È il luogo questo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti. Per il resto è vietato vietare. È un luogo includente e pieno di passione politica, ma non è nemmeno, però, il minestrone della politica. È un campo d’azione in cui si devono ritrovare e connettere quelli che in questi anni con i fatti non hanno tradito e non certo quelli che sono la causa della venuta di un periodo così buio della nostra Repubblica. Per passare dalla notte all’alba della democrazia si devono alleare e coalizzare quelli che difendono ed attuano la Costituzione, soprattutto facendolo dal basso. Persone che ogni giorno sono in lotta per i diritti, che lottano per la difesa dei territori dalle distruzioni ambientali e dalle opere pubbliche dannose, che resistono contro le organizzazioni criminali e contro le mafie di Stato.

Organizzazioni di base, associazioni, comitati, movimenti, militanti politici, sindaci, amministratori, eletti dal popolo che provano ogni giorno, pagando anche sulla propria pelle il prezzo di ogni forma di violenza, da quella fisica a quella istituzionale, a rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione dell’uguaglianza e della giustizia. La prima linea di questa grande coalizione civica popolare deve essere fatta da tutti quelli che con il pensiero e soprattutto con l’azione hanno dimostrato di essere contro il Sistema, contro le politiche liberiste, contro le oligarchie, contro le corruzioni e le mafie, contro la distruzione dei beni comuni. Rivoluzione nel nostro Paese significa rottura del sistema ed affidabilità e capacità di governo. Questo serve ai lavoratori come ai disoccupati, agli studenti come agli imprenditori. Questo fa paura ai prenditori, alla casta, ai mafiosi. La rivoluzione si fa nelle piazze, nei comizi, nei social, ma poi è necessaria la funzione rivoluzionaria del diritto quando governi con competenza e coraggio. I rivoluzionari a chiacchiere e i traditori sono linfa per il sistema. Il diritto serve non solo e non tanto a sanzionare, ma ad attuare i primi diritti, quelli scritti nella Costituzione. Il diritto è necessario per realizzare l’acqua pubblica; il diritto serve per impedire gli sgomberi dei luoghi liberati e per dare dignità giuridica ai luoghi dell’autogoverno; il diritto non deve punire gli ultimi colpevoli di essere poveri, altrimenti è solo mera legalità ma non è giustizia, ma serve per dare diritti a chi diritti non ha. Il diritto insieme all’altra economia ha funzione servente per l’emancipazione dei popoli. Il diritto è il più potente strumento di trasformazione sociale se interpretato in maniera costituzionalmente orientata e se si connette con le masse popolari.

Si deve, quindi, costruire l’alternativa morale, sociale, giuridica, economica e politica. È alla nostra portata, prima che sia troppo tardi. È l’alternativa del nuovo umanesimo. Per un Paese coeso ed unito nella valorizzazione delle differenze e delle autonomie senza più discriminazioni territoriali. Per un’Italia che punta allo sviluppo della persona umana nel pieno rispetto della natura. Per un’Europa dei diritti e dei popoli, per fermare l’Europa dei fascismi, degli egoismi, delle mura e del filo spinato, per cambiare anche l’Europa delle oligarchie e delle tecnocrazie. Costruire un entusiasmante ed energico fronte popolare in cui solidarietà e fratellanza sono fattori indissolubili delle comunità, in cui per essere felici bisogna sconfiggere gli oppressori e non dare la caccia agli oppressi. In tanti luoghi si resiste e si realizzano laboratori in cui ci si oppone al sistema. Ma è venuto davvero il momento di metterci insieme. Napoli è, ad esempio, una grande roccaforte di resistenza e resilienza, dove ci siamo opposti al sistema costruendo un’alternativa dal basso, ma oggi avvertiamo l’esigenza di andare oltre i confini di una città senza confini e passare al contrattacco e, per farlo, dobbiamo unire le lotte. Per essere tutti più uniti e forti. Per organizzare una coalizione solida che ha le sue fondamenta nella difesa e nell’attuazione della Costituzione bisogna essere onesti, autonomi, liberi, coraggiosi, innamorati, visionari, un po’ folli tanto da voler combattere un sistema che ha impedito per 70 anni la piena attuazione della Costituzione.

Noi siamo imbattibili perché non abbiamo un prezzo e non siamo in vendita. L’alternativa è possibile, lo abbiamo dimostrato a Napoli, città tra le più difficili al mondo da governare e lo abbiamo fatto senza soldi attuando la rivoluzione culturale e del capitale umano che, oggi, produce anche economia e lavoro non controllate dal sistema politica/affari. La nostra alternativa è quella di vivere in una società senza insopportabili disuguaglianze, senza mafie e corruzioni dilaganti, dove prioritaria è la messa in sicurezza del nostro stupendo Paese e dei suoi abitanti non mettendoli gli uni contro gli altri e distruggendo le nostre terre, ma ripartendo dalla nostra potenza culturale e dalle nostre capacità di costruire un mondo migliore. Per la civiltà dell’amore contro le comunità dell’odio e del rancore. Con la volontà possiamo arrivare dove oggi sembra impossibile. Per costruire una coalizione pronta per ogni sfida per realizzare libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia vi aspettiamo il 1 dicembre a Roma, alle ore 10, al teatro Italia, alla via Bari. Da qui si parte uniti per un lungo viaggio per consolidare la resistenza e per organizzare il contrattacco. Uniti per i Diritti, per la Giustizia, per la Costituzione, per il Popolo.

Luigi de Magistris



lunedì 29 ottobre 2018

IL PARTITO DEL SUD ESCE DA POTERE AL POPOLO, MA RICHIAMA LA NECESSITA’ DI DAR VITA AD UN FRONTE COMUNE ALTERNATIVO, POPOLARE E DI SINISTRA


In linea con l’ultimo comunicato del 19 settembre 2018 il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud ha deciso all’unanimità l’immediata uscita, come Partito, dal percorso di Potere al Popolo, in quanto non vi sono più le condizioni minime per proseguire l’impegno politico diretto in quello che non è più un ampio fronte di forze ma, nei fatti, semplicemente un nuovo partito.


COMUNICATO STAMPA

In un quadro politico nazionale ormai sempre più deteriorato dall’offensiva delle forze conservatrici, neoliberiste e qualunquiste, ora addirittura al governo, ed in un contesto di crescente razzismo stimolato, quando non ricercato, a fini elettorali dalle stesse forze di governo, il nostro Partito ha da sempre lavorato per costruire e portare all'interno di un ampio un fronte comune progressista le proprie idee meridionaliste progressiste, a difesa di quella parte delle classi lavoratrici e delle popolazioni del Sud che vedono la Macroregione meridionale come la più povera d’Europa, con più di tre milioni di poveri.

A nostro avviso il fronte progressista può ripartire con slancio solo da Sud, soprattutto ora che le tante promesse fatte ai cittadini del Mezzogiorno in campagna elettorale dal M5s risultano disattese. Quanto sopra non certo in contrapposizione al Settentrione, ma anzi cercando di unire da Sud a Nord le lotte comuni degli sfruttati. Per questo abbiamo aderito dall’inizio al percorso di Potere al Popolo insieme a organizzazioni politiche, sociali, sindacali che con coerenza esprimono posizioni antiliberiste, anticapitaliste e antirazziste

In questo quadro generale un anno fa abbiamo dato, dalla prima ora, la nostra convinta adesione al percorso di PaP condividendone il Manifesto, in cui abbiamo rappresentato l’anima meridionalista progressista. Manifesto sulla cui base sono state ricevute le adesioni al progetto e in cui si parla espressamente di unire le lotte comuni e non certo di formare un nuovo partito. Purtroppo le cose non sono andate come da noi auspicato visto che con le vicende dello statuto alcune componenti hanno deciso di procedere celermente a dar il via, nei fatti, alla formazione di un nuovo partito.  

Pertanto in linea con l’ultimo comunicato del 19 settembre 2018 il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud ha deciso all’unanimità l’immediata uscita, come Partito, dal percorso di Potere al Popolo, in quanto non vi sono più le condizioni minime per proseguire l’impegno politico diretto in quello che non è più un ampio fronte di forze ma, nei fatti, semplicemente un nuovo partito. 

Il passo si è reso obbligatorio e non procrastinabile dopo che il nostro Partito aveva inutilmente richiesto, come altri, di votare gli emendamenti su un unico statuto, sottolineando la necessità di proseguire sulla strada tracciata dal manifesto costitutivo di Pap e come – con la proposta delle maggioranze qualificate – si poneva l’obiettivo di evitare contrapposizioni distruttive dentro Potere al Popolo, come oggi si è verificato.

Purtroppo invece si è andati al voto su due differenti proposte di statuto, in cui abbiamo rimarcato che solo nel secondo statuto, da noi sostenuto, erano presenti richiami al Manifesto iniziale, al meridionalismo e a problematiche nazionali attualissime che riguardavano il Sud. Inoltre l’aver vista rifiutata la pubblicazione sul sito del testo di presentazione allo "Statuto per tutte e tutti", creando così una evidente, antidemocratica e inaccettabile condizione di disparità tra i due statuti di fronte alle/gli aderenti, ci ha costretto a ritirare la proposta e non partecipare al voto.

Va inoltre rimarcato che alcune forze, schierate sulla proposta di Statuto 1, hanno da sempre avuto il monopolio assoluto della comunicazione, senza mai condividerla con gli altri, come pure è stato regolarmente e ripetutamente richiesto all'interno del Coordinamento Nazionale, anche da noi.

Il risultato è stata una scarso partecipazione al voto che non ha raggiunto nemmeno la metà degli aderenti.

A questo si aggiunga che le contrapposizioni nei post in rete tra "vecchi e giovani", tra "organizzazioni", viste come la fonte di tutti i mali, e "militanti senza partito", sono state argomenti di propaganda e di contrasto che, oltre a non apparire nuovi, non han fatto bene a nessuno. Il nostro non è stato il tentativo di arenarci su una questione formale, ma il frutto della convinzione che fretta, modalità sbrigative, omissioni, assenza di trasparenza e di rispetto per storie e persone, hanno segnato un passo falso indelebile, destinato a riproporre quelle stesse caratteristiche nella gestione dell’intero percorso, compromettendone il futuro; affermiamo questo convinti che l'idea e il bisogno che hanno portato a Pap siano ancora, e più che mai, vivi.

Continueremo pertanto a difendere la nostra posizione politica in difesa di un meridionalismo che riesca finalmente ad unire il Paese, da Sud a Nord, tramite l’applicazione puntuale della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con queste motivazioni ci rendiamo da subito disponibili a proseguire su di una proposta, proprietà di nessuno, ma di tutte/i coloro che si erano sentite/i rappresentate/i da un manifesto che diceva no alle egemonie, no ad un processo verticistico.

Sì pertanto all’unione delle forze, alla connessione delle vertenze, ad una politica che sia partecipazione attiva, rispetto, condivisione di percorsi differenti in un fronte comune plurale, che valorizzi ciò che unisce e non ciò che divide. Ci impegniamo a fare in modo che le parole del manifesto di PaP, quelle alle quali ci siamo inutilmente aggrappati nell’estremo tentativo di rimanere coese/i, possano avere vita e respiro, possano configurare una realtà praticabile per creare, insieme a quelle forze di sinistra alternativa che lo vorranno e che sentono l’urgenza di costruire un’alternativa credibile al Governo Lega-M5S, e agli altri poli oggi esistenti, compreso quello del cosiddetto centro-sinistra, una prospettiva comune sul piano europeo e nazionale. In questo rimarchiamo come la proposta nata dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, a cui ci lega un percorso di stima e condivisione iniziato già dal 2011 e che stiamo seguendo insieme ad altre forze di sinistra da giugno, nel corso di successivi incontri, potrebbe rappresentare una alternativa percorribile e credibile per dare una risposta alle necessità di territori e popolazione.

Consiglio Direttivo Nazionale Partito del Sud 29/10/2018

giovedì 25 ottobre 2018

TRA_MARE_E A_AMARE: INIZIATIVA CULTURALE PROVENZA-NAPOLI SULLA STRADA EUROPEA DEL MERIDIONALISMO PROGRESSISTA


Importante evento culturale, alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris, organizzato grazie alla competenza ed impegno di Antonio Luongo, Responsabile del Partito del Sud-Città di Napoli, ed Elena Coccia, dirigente del Partito di Rifondazione Comunista, Delegata Cultura e Sviluppo della Città Metropolitana di Napoli.

Il popolo Provenzale, rappresentato dal Vicepresidente del Dèpartement 13  Bruno Genzana, incontra il popolo Napoletano

Riparte da Napoli il percorso europeo del meridionalismo progressista, per creare contatti e sinergie fra i Sud d’Europa.


giovedì 18 ottobre 2018

" Dove, come, e perchè..." di Andrea Balìa



Dove, come e perché…

di Andrea Balìa


Il terreno dove muoversi è quello del meridionalismo progressista, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia. 
Ma insegnamento dei sopracitati uomini che non lo fecero abbandonando gli ideali di solidarietà, giustizia, equità sociale che distinguevano il loro percorso e storia politica. Ideali del resto connaturati nella tradizione, il pensiero, i costumi del popolo meridionale. Furono dei precursori, figli d’una sinistra evoluta che li ha dimenticati, e a tutt’oggi fa fatica a leggere e riproporre la questione meridionale, confondendo le giuste rivendicazioni meridionali con nostalgie e posizioni reazionarie d’un movimentismo un po’ cialtrone e non ben definito, più che altro ”suddista” e che si autodefinisce impropriamente ”meridionalista”.
Pochi ma altri maestri o figure quantomeno degne di note, a distanza di anni, hanno gridato le ragioni del Sud. Chi con analisi stringenti e crude come l’uomo di Siderno in Calabria, ovvero Nicola Zitara, o Gigi Di Fiore con i suoi libri di fedele ricostruzione storica, o come Antonio Ciano con le sue ricerche costanti negli archivi storici o gli approfondimenti di Valentino Romano e altri scrittori utili strumentalmente alla causa. 
Ma c’è bisogno di studiare, riflettere, proporre, analizzare e far politica sul serio, contribuire a costruire  un’alternativa politica di forze sane in contrapposizione al sovranismo delle destre riciclatesi in un linguaggio apparentemente nuovo ma tristemente antico nella sostanza. Basta con i tanti urlatori da strapazzo, con gente che, tra la buona e/o la cattiva fede, produce solo confusione fine a sé stessa, o con i ”nuovi” duri e puri indisponibili al confronto e stranamente dimentichi  della priorità della parola Sud nei loro discorsi e programmi e dell’esempio del civismo politico umano e solidale di alcuni sindaci, guarda caso proprio del Sud, come a Napoli e Riace.

Andrea Balìa

sabato 22 settembre 2018

Continua con convinzione il percorso politico del Partito del Sud all’interno di PaP, per l’affermarsi dell’ideale meridionalista progressista



In un quadro politico nazionale ormai sempre più deteriorato dell’offensiva delle forze conservatrici, neoliberiste e qualunquiste, ora addirittura al governo, ed in un contesto di crescente razzismo stimolato, quando non ricercato, a fini elettorali dalle stesse forze di governo, il nostro Partito ha da sempre lavorato per costruire e portare all’interno di un ampio un fronte comune progressista le proprie idee meridionaliste progressiste, a difesa di quella parte delle classi lavoratrici e delle popolazioni del Sud che vedono la Macroregione meridionale come la più povera d’Europa, con più di tre milioni di poveri. 

A nostro avviso il fronte progressista può ripartire con slancio solo da Sud, soprattutto ora che le tante promesse fatte ai cittadini del Mezzogiorno in campagna elettorale dal M5s risultano disattese. Quanto sopra non certo in contrapposizione al Settentrione, ma anzi cercando di unire da Sud a Nord le lotte comuni degli sfruttati. 
Per questo abbiamo aderito dall’inizio al percorso di PaP insieme a organizzazioni politiche, sociali, sindacali che con coerenza esprimono posizioni antiliberiste, anticapitaliste e antirazziste. 

Come noto all’interno di PaP si sta lavorando per la prossima messa in votazione sulla piattaforma di due Statuti contrapposti. Purtroppo non è valsa a nulla la ricerca della mediazione all’interno del Consiglio Direttivo Nazionale di PaP, per arrivare ad un unico Statuto condiviso, con soli pochi punti da votare in piattaforma. Noi eravamo su questa posizione. 

In tutto questo c’è ovviamente chi si sta muovendo legittimamente, noi compresi, per fare aderire i compagni a PaP, dando ovviamente indicazioni ai propri iscritti o militanti e sostenitori, come nel caso di Partiti, Movimenti, ecc, su una o l’altra proposta di Statuto in base alle proprie convinzioni. 


Diamo e daremo questa indicazione di voto perché è la sola proposta di Statuto che nella premessa richiama una parte del Manifesto iniziale, sulla cui base sono comunque iniziate e continuano tutt’oggi le adesioni, sia perché parla espressamente del proseguo del percorso iniziale a cui abbiamo aderito come unione di sigle e non come nuovo partito. C’è il richiamo al meridionalismo e nella parte finale c’è lo schierarsi contro ogni ipotesi di separatismo e di regionalismo differenziato a favore dei più ricchi contro i più poveri, in primis le popolazioni del Sud. 

L’altra proposta di Statuto, la n. 1 “Potere al Popolo! Indietro non si torna” è, a nostro avviso semplicemente la nascita di un nuovo partito, per di più assai centralizzato, in un contesto dove già c’è abbondanza di sigle, e non quell’aggregazione fra realtà ed esperienze diverse presenti nel mondo progressista per la costituzione di un fronte alternativo.  Nulla di nuovo in altre parole, ma anzi molto di già visto. 

Sulla base di questa posizione, senza fare l’esegesi dei testi, che trovate in piattaforma facilmente comparabili,proponiamo a tutti i meridionalisti di iscriversi in piattaforma a PaP seguendo le indicazioni e partecipare alle assemblee territoriali di Potere al Popolo. 

In primo luogo per mettere in discussione la scelta fatta dal Coordinamento Nazionale di contrapporre le diverse bozze di Statuto e di proporre che l’assemblea si schieri per arrivare ad una consultazione articolata. 
In secondo luogo per sottolineare come solo la seconda bozza di Statuto – per uno Statuto di tutti e di tutte – chieda di proseguire sulla strada tracciata dal manifesto costitutivo di Pap e come – con la proposta delle maggioranze qualificati – si ponga l’obiettivo di evitare contrapposizioni distruttive dentro Potere al Popolo. 

Inoltre rimarchiamo ancora come solo in questa seconda proposta ci siano richiami al meridionalismo e a problematiche nazionali attualissime che riguardano il Sud. 

Va rimarcato che alcune forze, oggi schierate sulla proposta di Statuto 1, hanno da sempre avuto il monopolio assoluto della comunicazione, senza mai condividerla con gli altri, come pure è stato regolarmente e ripetutamente richiesto all'interno del Coordinamento Nazionale anche da noi. Questo ha portato al verificarsi che alcuni comunicati, soprattutto nell’ultimo periodo ma non solo, sono stati diffusi in modo per nulla o poco condiviso. Si è andato così ad affermare, oltre la retorica assembleare, un modello verticistico e plebiscitario, che ora si vuole affermare per Statuto. 

A questo si aggiunga che le contrapposizioni nei post in rete tra "vecchi e giovani", tra "organizzazioni", viste come la fonte di tutti i mali, e "militanti senza partito", sono state argomenti di propaganda e di contrasto che, oltre a non apparire nuovi, non fanno bene a nessuno.

Continueremo pertanto a difendere la nostra posizione politica in difesa di un meridionalismo che riesca finalmente ad unire il Paese, da Sud a Nord, tramite l’applicazione puntuale della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con queste motivazioni parteciperemo alle prossime assemblee, iniziative sul territorio, manifestazioni e quant’altro perorando con forza le adesioni a PaP , visto che anche questo è lo scopo di qualsiasi soggetto politico e richiedendo il voto meridionalista allo Statuto n. 2 “ Per uno statuto di tutte e di tutti. 

Consiglio Direttivo Nazionale Partito del Sud - 19 settembre 2018

domenica 29 luglio 2018

CASTELFORTE (LT): IMPORTANTE INIZIATIVA ANTIFASCISTA AD OPERA DI ANTONIO ROSATO DEL PARTITO DEL SUD



Il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud esprime sentiti complimenti ad Antonio Rosato, Consigliere Comunale del Partito del Sud a Castelforte (LT) e Coord. Regionale per il Lazio del nostro Partito, che martedì prossimo alle ore 18.00 porterà in Consiglio Comunale una mozione volta a vietare la concessione di spazi pubblici ai soggetti che si ispirano alla ideologia fascista e nazista o che contrastano i valori della Resistenza, anche in chiave razzista, omofoba, xenofoba e antisemita.

Una mozione, di cui auspichiamo l'approvazione, che riprende e porta avanti i valori nel cui solco il Partito del Sud, da meridionalisti progressisti e antifascisti, opera ormai da tempo, per un Sud che possa riprendere il suo cammino in un Paese finalmente eguale e rispettoso del dettato costituzionale. La mozione riguarda infatti la modifica dello Statuto comunale in base alla XXII disposizione transitoria e finale comma primo della Costituzione legge 645 del 20 Giugno 1952.

Invitiamo tutti i sinceri democratici a presenziare al Consiglio Comunale del 31 Luglio ed al presidio antifascista che accompagnerà l’iniziativa.
Importante rimarcare, in un momento come quello attuale in cui sta vivendo l’Italia, l’importanza di una simile iniziativa.

Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti



                                              Comune di Castelforte (LT) Centro Storico

lunedì 9 luglio 2018

COMUNICATO


Napoli,09/07/2018

Il PARTITO DEL SUD - MERIDIONALISTI PROGRESSISTI Sez. Guido Dorso Napoli è lieto ed orgoglioso d'annunciare l'iscrizione con tesseramento al nostro partito dello storico e prof GIUSEPPE ARAGNO, con la carica di Socio Onorario,adeguata alla storia e allo spessore politico della persona.
Ringraziamo il prof Aragno per la stima, amicizia e disponibilità dimostrata, sicuri della qualità della collaborazione,contributo e supporto che risulteranno in linea con la sua figura.

Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti


giovedì 7 giugno 2018

"Sud : tanti voti per nulla..." di Natale Cuccurese su "Transform Italia" ( Fondazione Politica di Sinistra Europea


Un articolo sulla situazione politica al #Sud, relativi problemi e tre proposte di “primo intervento” per iniziare a risalire la china, su Transform! Italia, nodo italiano della fondazione transform! europe. La fondazione politica del Partito della Sinistra Europea, che ringraziamo per l’ospitalità.


Sud: tanti voti per nulla

6 Giugno 2018

di Natale Cuccurese – Siamo ormai in fase di partenza del nuovo governo gialloverde, un governo che prende il via sulla base di un “contratto” che esprime idee e propone azioni di destra, come mai prima d’ora nella storia della Repubblica. Un “contratto”che vede, per la prima volta dai tempi del tentato golpe De Lorenzo, la Costituzione a rischio, visto che il “contratto” ne viola almeno sei articoli, svuotando inoltre i poteri del Parlamento, del Governo, del Quirinale. In più considerare che l’operazione è condotta da un Movimento ostaggio di una società privata che suo tramite condizionerà pesantemente vita ed azione del nascente governo, non può non far rabbrividire ogni sincero democratico. Non c’è da stare tranquilli, anzi bisognerà vigilare con attenzione.
In questo quadro a tinte fosche non stupiscono le dichiarazione del lepenista padano Salvini che dichiara vantandosi: ”il contratto di governo ha accolto il 90% delle nostre proposte”, semmai stupisce il fatto che i pentastellati non abbiano riservato nel “contratto” al Sud ed ai loro tanti elettori del Mezzogiorno altro che un trafiletto a “marchio Sud”. Un Sud prima tradito con l’alleanza con la Lega, da sempre visceralmente antimeridionale, infine totalmente dimenticato nel “contratto”.
La situazione del Mezzogiorno, che ha sostenuto con un larghissimo voto di protesta le promesse populiste, è da affrontare a nostro avviso con proposte concrete e non solo con promesse, tradite visto il “contratto”.
Il Sud è infatti afflitto da bassi livelli d’investimenti e scarsità di infrastrutture rispetto al Nord, alta disoccupazione (maggiore di tre volte rispetto al Nord), disoccupazione giovanile al record europeo in Calabria (58,7%), record europeo di Neet (giovani che non studiano più e non cercano lavorano, ormai sfiduciati), povertà assoluta al 10% della popolazione più un 40% in povertà relativa, emigrazione ai livelli record della fine ‘800 (dati OCSE), problematiche ambientali e sanitarie (Terra dei Fuochi, Taranto, alcune zone della Basilicata, Niscemi, ecc ), evasione scolastica vicina al 20%, ben 6 punti sopra la media nazionale ed il doppio di quella europea, un sistema universitario messo alle strette per effetto di criteri “folli” nella ripartizione dei fondi, che premiano le Università del nord, comuni prossimi al default grazie alle demenziali politiche del pareggio di bilancio, con conseguenti politiche socio-sanitarie quasi azzerate e trasporti locali ai minimi storici, un’aspettativa di vita più bassa di 5 anni rispetto al centro-nord, natalità in forte calo causa emigrazione giovanile e si potrebbe ancora continuare a lungo…
Un quadro apocalittico che ha provocato un voto di protesta che ha pochi eguali nella storia unitaria e di cui non si trova traccia nel “contratto”.
E’ evidentemente ridicolo affermare, come trafiletto Sud del “contratto”che : “Si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio “Mezzogiorno”, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud”.
Nessuna proposta giunge in merito a come colmare questo notevole differenziale che pure viene enunciato. Il M5s ha calato la maschera e si rivela per quello che è sempre stato: l’ennesima trasformazione gattopardesca del grande capitale a trazione padana.
Il gioco delle tre carte portato avanti dai fascioqualunquisti sul reddito di cittadinanza, al fine di tacitare le proteste che già si fanno sentire da parte dagli elettori meridionali, è emblematico: spostare l’erogazione del reddito, ridotto rispetto alle promesse, al 2020 ( saranno ancora in carica?), mentre si preparano immediatamente ad applicare la Flat Tax, come da diktat leghista. In altre parole saranno destinati per il Sud 13 mld di reddito cittadinanza, una misura buona solo per arginare momentaneamente il disagio di gran parte della popolazione giunto ormai a livelli di guardia, ma nessun adeguato provvedimento strutturale per far ripartire l’occupazione ed arginare povertà ed emigrazione. Un obolo per evitare ribellioni. Mentre lo sviluppo “serio” si fa altrove, come accade da sempre in questo Paese duale. Misure come la Fiat Tax aiutano infatti solo il grande capitale padano, come aveva promesso la Lega, mentre per i cittadini del Sud il reddito di cittadinanza sarà solo una partita di giro, visto che con il calo di gettito previsto per l’erario mancheranno completamente i soldi (46 mld) per lo stato sociale.
La Lega (con la complicità dei 5Stelle) raggiunge così anche il suo obiettivo storico: eliminare il tema delle disuguaglianze territoriali dall’agenda di governo, mentre non viene riservata nemmeno una parola e un’idea per lo sviluppo del Mezzogiorno
La”Nuova Questione Meridionale andrebbe invece affrontata con proposte concrete, eque e non demagogiche. Tracciamo solo tre proposte di “primo intervento”, che possono essere immediatamente operative:
1) Interventi pubblici in deroga al pareggio di bilancio, imposto dall’Europa a trazione tedesca. per far ripartire l’occupazione, arginare povertà ed emigrazione.
2) Politiche di innovazione che guardino al Sud. Industria 4.0 è una seria opportunità per le sole regioni del Centro-Nord (come sempre), ma non c’è traccia del Mezzogiorno. Senza correzioni si corre il rischio che la incombente rivoluzione tecnologica generi un ulteriore aumento del divario nord-sud ed un ulteriore impoverimento del Mezzogiorno
3) Riequilibrio infrastrutturale Nord-Sud. Nel Mezzogiorno vive il 34 % della popolazione a cui viene destinato il 20% circa di risorse, compresi i fondi europei che hanno smesso di essere aggiuntivi. La nostra proposta prevede la clausola 1 metro x 1 metro. In altre parole se lo Stato investe in un metro di strada, ferrovia, aeroporto, ospedale, scuola, asilo e cosi via al Nord, lo stesso deve fare anche al Sud, congelando così, almeno in questa prima fase, la situazione all’attuale diversità di sviluppo infrastrutturale e non permettendo così una ulteriore differenziazione a scapito del Sud.
In alternativa si riparta almeno dalla clausola Ciampi: 45% di investimenti in conto capitale destinati al sud e da una seria riflessione sul ruolo di cassa depositi e prestiti.
Affermava quasi cent’anni fa il meridionalista Guido Dorso nel libro “La Rivoluzione Meridionale”: “ No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto, ma libertà.” Il rilancio del Paese passa obbligatoriamente dal rilancio del Sud, non certo in contrapposizione al nord, ma come volano economico al fine di far ripartire l’intero Paese, anche in termini di PIL. Solo con il Sud il Paese può ripartire! L’Italia non può pensare di definirsi un grande paese democratico europeo se continuerà a trascurare 7 regioni del sud ed umiliare 21 milioni di cittadini.  In caso contrario l’unità stessa del Paese è a rischio. Ma forse c’è chi sta lavorando proprio a questo.
Un paese che va rivoltato, pacificamente e democraticamente, per affermare finalmente quegli ideali di Resistenza che reclamano a gran voce l’applicazione della Costituzione che, ad oggi mai applicata, non avrebbe permesso l’affermarsi in un Paese sempre più diseguale ed ingiusto di quella deriva pericolosa, razzista, xenofa, fascista e neoliberista che sta soffocando il paese e rendendo impossibile la vita dei cittadini.
Che il Mezzogiorno fosse da tempo una “polveriera” e che avrebbe giustamente reagito allo stato attuale delle cose l’abbiamo sostenuto più volte e con forza negli ultimi mesi. Peccato che a sinistra i temi Sud non siano stati sempre messi bene a fuoco e tenuti in maggiore evidenza in campagna elettorale, anche per non lasciare mano libera a qualunquisti e destra, così come poi avvenuto. Bisogna concentrarsi su questo dato e da qui ripartire per capire come, da sinistra, si può intercettare questo malcontento e questa richiesta di maggiore attenzione ed equità che giunge forte dai territori. Così da risolvere la Nuova Questione Meridionale, interpretata nell’ottica meridionalista progressista e gramsciana. Lavoriamo a questo da subito con chi a sinistra lo vuole o riesce a capire…

lunedì 7 maggio 2018

"Frattaglie n. 7"....rubrica di Giovanni Cutolo




F R A T T A G L I E


numero 7


16. L’abbracciarsi degli opposti nella pluralità delle maschere (personae in latino) e nella coesistenza delle diverse prospettiva è stata una delle più grandi intuizioni dello “psicologo” Nietzsche. (…) Non adagiarti nelle convinzioni acquisite, nelle credenze condivise, non cercare la tranquillità, ma esplora, sperimenta il mondo sconosciuto che si estende davanti a te. “Diventa ciò che sei” a costo di abbandonare parti morte o inutili di te, incrostazioni di fede, idee e pregiudizi che hai fatto tuoi ma che non ti appartengono davvero. E quando trovi te stesso, ricorda che sarà bene di tanto in tanto cercare di perderti, per poi ritrovarti. Così si succedono morti e rinascite, abbattimenti e ricostruzioni, maschere che si sovrappongono e si annullano.
Elisabetta Chicco Vitzizzai, Nietzsche Psicologia di un enigma, Castelvecchio, Roma, 2017, pag. 84

17. I biologi sostengono che il nostro mondo mentale ed emotivo è governato da meccanismi biochimici formatisi in milioni di anni di evoluzione. Al pari di tutti gli altri stati mentali il nostro benessere soggettivo non è determinato da parametri esterni come lo stipendio, le relazioni sociali o i diritti politici. E’ determinato invece da un complesso sistema di nervi, neuroni, sinapsi e varie sostanze biochimiche come la serotonina, la dopamina e l’ossitocina. Nessuno diventa felice per aver vinto la lotteria, comprato una casa, ottenuto una promozione, aver trovato il vero amore. L’individuo è reso felice in virtù di una sola cosa: le sensazioni di piacere del nostro corpo.
Yuval Noah Harari, Sapiens-Da animali a dèi, Bompiani, pag. 479

martedì 24 aprile 2018

Il 25 Aprile il Partito del Sud Meridionalisti Progressisti nelle piazze italiane in memoria della Resistenza contro il nazifascismo.




Il 25 Aprile il Partito del Sud Meridionalisti Progressisti nelle piazze italiane in memoria della Resistenza contro il nazifascismo.

I nostri iscritti con la loro presenza onoreranno la memoria che va sostenuta con l’impegno antifascista, oggi  più che mai attuale, come allora che vide in questo il Sud protagonista.





giovedì 19 aprile 2018

Report Manifestazione contro il debito ingiusto a Napoli Sabato 14/04/2018




Sabato mattina 14/04/2018 in Piazza Municipio a Napoli s'è tenuta la "Manifestazione contro il debito ingiusto", indetta dall'Amministrazione Comunale tramite il suo sindaco Luigi de Magistris. Chiamate a raccolta le forze a sostegno del sindaco e la cittadinanza tutta che condivide lo spirito e le ragioni di questa sacrosanta ribellione.
Grande partecipazione che la Questura calcola in oltre 3.000 presenze.
Il Partito del Sud con suoi iscritti e bandiere, financo il Presidente Onorario Antonio Ciano da Gaeta a testimoniare la vicinanza e  la condivisione, ha partecipato all'evento.
Numerosi interventi di rappresentanti di associazioni,della cultura e dell'arte, con il conclusivo e accalorato (oltre che applauditissimo) intervento di Luigi de Magistris.
Grazie ai nostri Antonio Luongo, Antonio Ciano, Andrea Balia, Iolanda Siracusano, Michele Rotondano,ecc....ecc...







Interessante disamina post/elettorale su AgoraVOX di Natale Cuccurese ( Presidente/Segretario del Partito del Sud)


Ripartire da Sud: una strada obbligata per le forze progressiste

di nonmiarrendo (sito) 
venerdì 13 aprile 2018