giovedì 25 ottobre 2018

TRA_MARE_E A_AMARE: INIZIATIVA CULTURALE PROVENZA-NAPOLI SULLA STRADA EUROPEA DEL MERIDIONALISMO PROGRESSISTA


Importante evento culturale, alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris, organizzato grazie alla competenza ed impegno di Antonio Luongo, Responsabile del Partito del Sud-Città di Napoli, ed Elena Coccia, dirigente del Partito di Rifondazione Comunista, Delegata Cultura e Sviluppo della Città Metropolitana di Napoli.

Il popolo Provenzale, rappresentato dal Vicepresidente del Dèpartement 13  Bruno Genzana, incontra il popolo Napoletano

Riparte da Napoli il percorso europeo del meridionalismo progressista, per creare contatti e sinergie fra i Sud d’Europa.


giovedì 18 ottobre 2018

" Dove, come, e perchè..." di Andrea Balìa



Dove, come e perché…

di Andrea Balìa


Il terreno dove muoversi è quello del meridionalismo progressista, alla ricerca e riproposizione degli insegnamenti di quelli che consideriamo i maestri, i capisaldi, come Gramsci, Dorso, e il poco conosciuto e ricordato Guido Piegari che crearono le basi del pensiero per un riscatto del Sud, mai risollevatosi dai danni d’un’unità mal fatta, costruita peggio, e raccontata male se non quasi totalmente occultata nei suoi tragici eventi. Non antiunitaristi, anzi fautori dell'unità delle forze lavoratrici del Sud e del Nord, perché non è lo spirito di unità a essere contestato, ma la maniera errata, truffaldina e vessatoria ad essere il pomo della discordia. 
Ma insegnamento dei sopracitati uomini che non lo fecero abbandonando gli ideali di solidarietà, giustizia, equità sociale che distinguevano il loro percorso e storia politica. Ideali del resto connaturati nella tradizione, il pensiero, i costumi del popolo meridionale. Furono dei precursori, figli d’una sinistra evoluta che li ha dimenticati, e a tutt’oggi fa fatica a leggere e riproporre la questione meridionale, confondendo le giuste rivendicazioni meridionali con nostalgie e posizioni reazionarie d’un movimentismo un po’ cialtrone e non ben definito, più che altro ”suddista” e che si autodefinisce impropriamente ”meridionalista”.
Pochi ma altri maestri o figure quantomeno degne di note, a distanza di anni, hanno gridato le ragioni del Sud. Chi con analisi stringenti e crude come l’uomo di Siderno in Calabria, ovvero Nicola Zitara, o Gigi Di Fiore con i suoi libri di fedele ricostruzione storica, o come Antonio Ciano con le sue ricerche costanti negli archivi storici o gli approfondimenti di Valentino Romano e altri scrittori utili strumentalmente alla causa. 
Ma c’è bisogno di studiare, riflettere, proporre, analizzare e far politica sul serio, contribuire a costruire  un’alternativa politica di forze sane in contrapposizione al sovranismo delle destre riciclatesi in un linguaggio apparentemente nuovo ma tristemente antico nella sostanza. Basta con i tanti urlatori da strapazzo, con gente che, tra la buona e/o la cattiva fede, produce solo confusione fine a sé stessa, o con i ”nuovi” duri e puri indisponibili al confronto e stranamente dimentichi  della priorità della parola Sud nei loro discorsi e programmi e dell’esempio del civismo politico umano e solidale di alcuni sindaci, guarda caso proprio del Sud, come a Napoli e Riace.

Andrea Balìa

sabato 22 settembre 2018

Continua con convinzione il percorso politico del Partito del Sud all’interno di PaP, per l’affermarsi dell’ideale meridionalista progressista



In un quadro politico nazionale ormai sempre più deteriorato dell’offensiva delle forze conservatrici, neoliberiste e qualunquiste, ora addirittura al governo, ed in un contesto di crescente razzismo stimolato, quando non ricercato, a fini elettorali dalle stesse forze di governo, il nostro Partito ha da sempre lavorato per costruire e portare all’interno di un ampio un fronte comune progressista le proprie idee meridionaliste progressiste, a difesa di quella parte delle classi lavoratrici e delle popolazioni del Sud che vedono la Macroregione meridionale come la più povera d’Europa, con più di tre milioni di poveri. 

A nostro avviso il fronte progressista può ripartire con slancio solo da Sud, soprattutto ora che le tante promesse fatte ai cittadini del Mezzogiorno in campagna elettorale dal M5s risultano disattese. Quanto sopra non certo in contrapposizione al Settentrione, ma anzi cercando di unire da Sud a Nord le lotte comuni degli sfruttati. 
Per questo abbiamo aderito dall’inizio al percorso di PaP insieme a organizzazioni politiche, sociali, sindacali che con coerenza esprimono posizioni antiliberiste, anticapitaliste e antirazziste. 

Come noto all’interno di PaP si sta lavorando per la prossima messa in votazione sulla piattaforma di due Statuti contrapposti. Purtroppo non è valsa a nulla la ricerca della mediazione all’interno del Consiglio Direttivo Nazionale di PaP, per arrivare ad un unico Statuto condiviso, con soli pochi punti da votare in piattaforma. Noi eravamo su questa posizione. 

In tutto questo c’è ovviamente chi si sta muovendo legittimamente, noi compresi, per fare aderire i compagni a PaP, dando ovviamente indicazioni ai propri iscritti o militanti e sostenitori, come nel caso di Partiti, Movimenti, ecc, su una o l’altra proposta di Statuto in base alle proprie convinzioni. 


Diamo e daremo questa indicazione di voto perché è la sola proposta di Statuto che nella premessa richiama una parte del Manifesto iniziale, sulla cui base sono comunque iniziate e continuano tutt’oggi le adesioni, sia perché parla espressamente del proseguo del percorso iniziale a cui abbiamo aderito come unione di sigle e non come nuovo partito. C’è il richiamo al meridionalismo e nella parte finale c’è lo schierarsi contro ogni ipotesi di separatismo e di regionalismo differenziato a favore dei più ricchi contro i più poveri, in primis le popolazioni del Sud. 

L’altra proposta di Statuto, la n. 1 “Potere al Popolo! Indietro non si torna” è, a nostro avviso semplicemente la nascita di un nuovo partito, per di più assai centralizzato, in un contesto dove già c’è abbondanza di sigle, e non quell’aggregazione fra realtà ed esperienze diverse presenti nel mondo progressista per la costituzione di un fronte alternativo.  Nulla di nuovo in altre parole, ma anzi molto di già visto. 

Sulla base di questa posizione, senza fare l’esegesi dei testi, che trovate in piattaforma facilmente comparabili,proponiamo a tutti i meridionalisti di iscriversi in piattaforma a PaP seguendo le indicazioni e partecipare alle assemblee territoriali di Potere al Popolo. 

In primo luogo per mettere in discussione la scelta fatta dal Coordinamento Nazionale di contrapporre le diverse bozze di Statuto e di proporre che l’assemblea si schieri per arrivare ad una consultazione articolata. 
In secondo luogo per sottolineare come solo la seconda bozza di Statuto – per uno Statuto di tutti e di tutte – chieda di proseguire sulla strada tracciata dal manifesto costitutivo di Pap e come – con la proposta delle maggioranze qualificati – si ponga l’obiettivo di evitare contrapposizioni distruttive dentro Potere al Popolo. 

Inoltre rimarchiamo ancora come solo in questa seconda proposta ci siano richiami al meridionalismo e a problematiche nazionali attualissime che riguardano il Sud. 

Va rimarcato che alcune forze, oggi schierate sulla proposta di Statuto 1, hanno da sempre avuto il monopolio assoluto della comunicazione, senza mai condividerla con gli altri, come pure è stato regolarmente e ripetutamente richiesto all'interno del Coordinamento Nazionale anche da noi. Questo ha portato al verificarsi che alcuni comunicati, soprattutto nell’ultimo periodo ma non solo, sono stati diffusi in modo per nulla o poco condiviso. Si è andato così ad affermare, oltre la retorica assembleare, un modello verticistico e plebiscitario, che ora si vuole affermare per Statuto. 

A questo si aggiunga che le contrapposizioni nei post in rete tra "vecchi e giovani", tra "organizzazioni", viste come la fonte di tutti i mali, e "militanti senza partito", sono state argomenti di propaganda e di contrasto che, oltre a non apparire nuovi, non fanno bene a nessuno.

Continueremo pertanto a difendere la nostra posizione politica in difesa di un meridionalismo che riesca finalmente ad unire il Paese, da Sud a Nord, tramite l’applicazione puntuale della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e con queste motivazioni parteciperemo alle prossime assemblee, iniziative sul territorio, manifestazioni e quant’altro perorando con forza le adesioni a PaP , visto che anche questo è lo scopo di qualsiasi soggetto politico e richiedendo il voto meridionalista allo Statuto n. 2 “ Per uno statuto di tutte e di tutti. 

Consiglio Direttivo Nazionale Partito del Sud - 19 settembre 2018

domenica 29 luglio 2018

CASTELFORTE (LT): IMPORTANTE INIZIATIVA ANTIFASCISTA AD OPERA DI ANTONIO ROSATO DEL PARTITO DEL SUD



Il Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud esprime sentiti complimenti ad Antonio Rosato, Consigliere Comunale del Partito del Sud a Castelforte (LT) e Coord. Regionale per il Lazio del nostro Partito, che martedì prossimo alle ore 18.00 porterà in Consiglio Comunale una mozione volta a vietare la concessione di spazi pubblici ai soggetti che si ispirano alla ideologia fascista e nazista o che contrastano i valori della Resistenza, anche in chiave razzista, omofoba, xenofoba e antisemita.

Una mozione, di cui auspichiamo l'approvazione, che riprende e porta avanti i valori nel cui solco il Partito del Sud, da meridionalisti progressisti e antifascisti, opera ormai da tempo, per un Sud che possa riprendere il suo cammino in un Paese finalmente eguale e rispettoso del dettato costituzionale. La mozione riguarda infatti la modifica dello Statuto comunale in base alla XXII disposizione transitoria e finale comma primo della Costituzione legge 645 del 20 Giugno 1952.

Invitiamo tutti i sinceri democratici a presenziare al Consiglio Comunale del 31 Luglio ed al presidio antifascista che accompagnerà l’iniziativa.
Importante rimarcare, in un momento come quello attuale in cui sta vivendo l’Italia, l’importanza di una simile iniziativa.

Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti



                                              Comune di Castelforte (LT) Centro Storico

lunedì 9 luglio 2018

COMUNICATO


Napoli,09/07/2018

Il PARTITO DEL SUD - MERIDIONALISTI PROGRESSISTI Sez. Guido Dorso Napoli è lieto ed orgoglioso d'annunciare l'iscrizione con tesseramento al nostro partito dello storico e prof GIUSEPPE ARAGNO, con la carica di Socio Onorario,adeguata alla storia e allo spessore politico della persona.
Ringraziamo il prof Aragno per la stima, amicizia e disponibilità dimostrata, sicuri della qualità della collaborazione,contributo e supporto che risulteranno in linea con la sua figura.

Partito del Sud - Meridionalisti Progressisti


giovedì 7 giugno 2018

"Sud : tanti voti per nulla..." di Natale Cuccurese su "Transform Italia" ( Fondazione Politica di Sinistra Europea


Un articolo sulla situazione politica al #Sud, relativi problemi e tre proposte di “primo intervento” per iniziare a risalire la china, su Transform! Italia, nodo italiano della fondazione transform! europe. La fondazione politica del Partito della Sinistra Europea, che ringraziamo per l’ospitalità.


Sud: tanti voti per nulla

6 Giugno 2018

di Natale Cuccurese – Siamo ormai in fase di partenza del nuovo governo gialloverde, un governo che prende il via sulla base di un “contratto” che esprime idee e propone azioni di destra, come mai prima d’ora nella storia della Repubblica. Un “contratto”che vede, per la prima volta dai tempi del tentato golpe De Lorenzo, la Costituzione a rischio, visto che il “contratto” ne viola almeno sei articoli, svuotando inoltre i poteri del Parlamento, del Governo, del Quirinale. In più considerare che l’operazione è condotta da un Movimento ostaggio di una società privata che suo tramite condizionerà pesantemente vita ed azione del nascente governo, non può non far rabbrividire ogni sincero democratico. Non c’è da stare tranquilli, anzi bisognerà vigilare con attenzione.
In questo quadro a tinte fosche non stupiscono le dichiarazione del lepenista padano Salvini che dichiara vantandosi: ”il contratto di governo ha accolto il 90% delle nostre proposte”, semmai stupisce il fatto che i pentastellati non abbiano riservato nel “contratto” al Sud ed ai loro tanti elettori del Mezzogiorno altro che un trafiletto a “marchio Sud”. Un Sud prima tradito con l’alleanza con la Lega, da sempre visceralmente antimeridionale, infine totalmente dimenticato nel “contratto”.
La situazione del Mezzogiorno, che ha sostenuto con un larghissimo voto di protesta le promesse populiste, è da affrontare a nostro avviso con proposte concrete e non solo con promesse, tradite visto il “contratto”.
Il Sud è infatti afflitto da bassi livelli d’investimenti e scarsità di infrastrutture rispetto al Nord, alta disoccupazione (maggiore di tre volte rispetto al Nord), disoccupazione giovanile al record europeo in Calabria (58,7%), record europeo di Neet (giovani che non studiano più e non cercano lavorano, ormai sfiduciati), povertà assoluta al 10% della popolazione più un 40% in povertà relativa, emigrazione ai livelli record della fine ‘800 (dati OCSE), problematiche ambientali e sanitarie (Terra dei Fuochi, Taranto, alcune zone della Basilicata, Niscemi, ecc ), evasione scolastica vicina al 20%, ben 6 punti sopra la media nazionale ed il doppio di quella europea, un sistema universitario messo alle strette per effetto di criteri “folli” nella ripartizione dei fondi, che premiano le Università del nord, comuni prossimi al default grazie alle demenziali politiche del pareggio di bilancio, con conseguenti politiche socio-sanitarie quasi azzerate e trasporti locali ai minimi storici, un’aspettativa di vita più bassa di 5 anni rispetto al centro-nord, natalità in forte calo causa emigrazione giovanile e si potrebbe ancora continuare a lungo…
Un quadro apocalittico che ha provocato un voto di protesta che ha pochi eguali nella storia unitaria e di cui non si trova traccia nel “contratto”.
E’ evidentemente ridicolo affermare, come trafiletto Sud del “contratto”che : “Si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio “Mezzogiorno”, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud”.
Nessuna proposta giunge in merito a come colmare questo notevole differenziale che pure viene enunciato. Il M5s ha calato la maschera e si rivela per quello che è sempre stato: l’ennesima trasformazione gattopardesca del grande capitale a trazione padana.
Il gioco delle tre carte portato avanti dai fascioqualunquisti sul reddito di cittadinanza, al fine di tacitare le proteste che già si fanno sentire da parte dagli elettori meridionali, è emblematico: spostare l’erogazione del reddito, ridotto rispetto alle promesse, al 2020 ( saranno ancora in carica?), mentre si preparano immediatamente ad applicare la Flat Tax, come da diktat leghista. In altre parole saranno destinati per il Sud 13 mld di reddito cittadinanza, una misura buona solo per arginare momentaneamente il disagio di gran parte della popolazione giunto ormai a livelli di guardia, ma nessun adeguato provvedimento strutturale per far ripartire l’occupazione ed arginare povertà ed emigrazione. Un obolo per evitare ribellioni. Mentre lo sviluppo “serio” si fa altrove, come accade da sempre in questo Paese duale. Misure come la Fiat Tax aiutano infatti solo il grande capitale padano, come aveva promesso la Lega, mentre per i cittadini del Sud il reddito di cittadinanza sarà solo una partita di giro, visto che con il calo di gettito previsto per l’erario mancheranno completamente i soldi (46 mld) per lo stato sociale.
La Lega (con la complicità dei 5Stelle) raggiunge così anche il suo obiettivo storico: eliminare il tema delle disuguaglianze territoriali dall’agenda di governo, mentre non viene riservata nemmeno una parola e un’idea per lo sviluppo del Mezzogiorno
La”Nuova Questione Meridionale andrebbe invece affrontata con proposte concrete, eque e non demagogiche. Tracciamo solo tre proposte di “primo intervento”, che possono essere immediatamente operative:
1) Interventi pubblici in deroga al pareggio di bilancio, imposto dall’Europa a trazione tedesca. per far ripartire l’occupazione, arginare povertà ed emigrazione.
2) Politiche di innovazione che guardino al Sud. Industria 4.0 è una seria opportunità per le sole regioni del Centro-Nord (come sempre), ma non c’è traccia del Mezzogiorno. Senza correzioni si corre il rischio che la incombente rivoluzione tecnologica generi un ulteriore aumento del divario nord-sud ed un ulteriore impoverimento del Mezzogiorno
3) Riequilibrio infrastrutturale Nord-Sud. Nel Mezzogiorno vive il 34 % della popolazione a cui viene destinato il 20% circa di risorse, compresi i fondi europei che hanno smesso di essere aggiuntivi. La nostra proposta prevede la clausola 1 metro x 1 metro. In altre parole se lo Stato investe in un metro di strada, ferrovia, aeroporto, ospedale, scuola, asilo e cosi via al Nord, lo stesso deve fare anche al Sud, congelando così, almeno in questa prima fase, la situazione all’attuale diversità di sviluppo infrastrutturale e non permettendo così una ulteriore differenziazione a scapito del Sud.
In alternativa si riparta almeno dalla clausola Ciampi: 45% di investimenti in conto capitale destinati al sud e da una seria riflessione sul ruolo di cassa depositi e prestiti.
Affermava quasi cent’anni fa il meridionalista Guido Dorso nel libro “La Rivoluzione Meridionale”: “ No, il Mezzogiorno non ha bisogno di carità, ma di giustizia; non chiede aiuto, ma libertà.” Il rilancio del Paese passa obbligatoriamente dal rilancio del Sud, non certo in contrapposizione al nord, ma come volano economico al fine di far ripartire l’intero Paese, anche in termini di PIL. Solo con il Sud il Paese può ripartire! L’Italia non può pensare di definirsi un grande paese democratico europeo se continuerà a trascurare 7 regioni del sud ed umiliare 21 milioni di cittadini.  In caso contrario l’unità stessa del Paese è a rischio. Ma forse c’è chi sta lavorando proprio a questo.
Un paese che va rivoltato, pacificamente e democraticamente, per affermare finalmente quegli ideali di Resistenza che reclamano a gran voce l’applicazione della Costituzione che, ad oggi mai applicata, non avrebbe permesso l’affermarsi in un Paese sempre più diseguale ed ingiusto di quella deriva pericolosa, razzista, xenofa, fascista e neoliberista che sta soffocando il paese e rendendo impossibile la vita dei cittadini.
Che il Mezzogiorno fosse da tempo una “polveriera” e che avrebbe giustamente reagito allo stato attuale delle cose l’abbiamo sostenuto più volte e con forza negli ultimi mesi. Peccato che a sinistra i temi Sud non siano stati sempre messi bene a fuoco e tenuti in maggiore evidenza in campagna elettorale, anche per non lasciare mano libera a qualunquisti e destra, così come poi avvenuto. Bisogna concentrarsi su questo dato e da qui ripartire per capire come, da sinistra, si può intercettare questo malcontento e questa richiesta di maggiore attenzione ed equità che giunge forte dai territori. Così da risolvere la Nuova Questione Meridionale, interpretata nell’ottica meridionalista progressista e gramsciana. Lavoriamo a questo da subito con chi a sinistra lo vuole o riesce a capire…

lunedì 7 maggio 2018

"Frattaglie n. 7"....rubrica di Giovanni Cutolo




F R A T T A G L I E


numero 7


16. L’abbracciarsi degli opposti nella pluralità delle maschere (personae in latino) e nella coesistenza delle diverse prospettiva è stata una delle più grandi intuizioni dello “psicologo” Nietzsche. (…) Non adagiarti nelle convinzioni acquisite, nelle credenze condivise, non cercare la tranquillità, ma esplora, sperimenta il mondo sconosciuto che si estende davanti a te. “Diventa ciò che sei” a costo di abbandonare parti morte o inutili di te, incrostazioni di fede, idee e pregiudizi che hai fatto tuoi ma che non ti appartengono davvero. E quando trovi te stesso, ricorda che sarà bene di tanto in tanto cercare di perderti, per poi ritrovarti. Così si succedono morti e rinascite, abbattimenti e ricostruzioni, maschere che si sovrappongono e si annullano.
Elisabetta Chicco Vitzizzai, Nietzsche Psicologia di un enigma, Castelvecchio, Roma, 2017, pag. 84

17. I biologi sostengono che il nostro mondo mentale ed emotivo è governato da meccanismi biochimici formatisi in milioni di anni di evoluzione. Al pari di tutti gli altri stati mentali il nostro benessere soggettivo non è determinato da parametri esterni come lo stipendio, le relazioni sociali o i diritti politici. E’ determinato invece da un complesso sistema di nervi, neuroni, sinapsi e varie sostanze biochimiche come la serotonina, la dopamina e l’ossitocina. Nessuno diventa felice per aver vinto la lotteria, comprato una casa, ottenuto una promozione, aver trovato il vero amore. L’individuo è reso felice in virtù di una sola cosa: le sensazioni di piacere del nostro corpo.
Yuval Noah Harari, Sapiens-Da animali a dèi, Bompiani, pag. 479